abhyāsa (m): sforzo, pratica, disciplina
āsana (n): lett. fatto di sedersi o di essere seduti. Posture che mirano ad armonizzare l’esperienza corporea e di conseguenza l’attività. Terzo membro degli Yoga-sūtra di Patañjali (II, 29; II, 46-48)
bandha (m): legare, chiudere. Specifiche contrazioni muscolari allo scopo di sigillare l’energia vitale (prāṇa) all’interno del corpo
cakra (n): centri energetici che regolano il flusso di energia nel nostro sistema energetico.
citta (n): mente
dhāranā (f): concentrazione mentale, stabilità della mente. Sesto membro degli Yoga-sūtra di Patañjali (II, 29; II, 53; III,1)
dhyāna (n): meditazione, contemplazione. Settimo membro degli Yoga-sūtra di Patañjali (I, 39; II, 11, 29; III, 2; IV, 6)
duḥkha (n): dolore, senso di disagio, senso di insoddisfazione. La sofferenza, il dolore in genere
guṇa (m): qualità costitutiva, caratteristica. Nel Sāṁkhya i g. rappresentano le tre qualità intrinseche a tutto ciò che è materiale, compresi i pensieri, i sentimenti e le attività mentali nel loro insieme. Sono: tamas (pesantezza, inerzia), rajas (movimento, attività, agitazione), sattva (assenza dei due, equilibrio)
karman (n): opera, azione, fatto. Legge della causalità, risultato delle azioni sotto forma di merito e di demerito
kleśa (m): afflizione, ciò che causa la sofferenza. Secondo Patañjali le forme originarie di k. sono: avidyā (ignoranza, errata percezione, conoscenza scorretta), asmitā (senso dell’individualità), rāga (attaccamento, attrazione), dveṣa (avversione, repulsione), abhiniveśa (paura di morire, eccessivo attaccamento alla vita, sete di esistenza e di esperienza)
mudrā (f): simbolo, gesto, sigillo. Tecniche corporee finalizzate a contenere e dirigere il soffio vitale (prāṇa)
niyama (m): controllo di sé, l’atteggiamento nei confronti di se stessi. Secondo membro degli Yoga-sūtra di Patañjali (II, 29, 32; II, 40-45), rappresenta, insieme a yama, le regole etiche dello yoga e comprende: śauca (purezza, pulizia), samtosha (contentarsi), tapas, (fervore, austerità), svādhyāya (studio dei testi, studio di sé), īśvarapraṇidhāna (abbandono al Signore, devozione)
prakṛti (f): sostanza primordiale, forma naturale, materia originale, Natura, uno dei due principi del Sāṃkhya-darṣana
prāṇāyāma (m): lavoro sull’energia o soffio vitale (prāṇa) realizzato attraverso tecniche di controllo e osservazione della respirazione. Quarto membro degli Yoga-sūtra di Patañjali (II, 29; II, 49-53)
pratyāhāra (m): ritrazione sensoriale, ritiro dei sensi. Quinto membro degli Yoga-sūtra di Patañjali (II, 29; II, 54-55)
puruṣa (m): lett. soggetto, persona, uomo, essere umano. Il testimone, l’osservatore. Essere supremo, uno dei due principi del Sāṃkhya-darṣana
samādhi (m): unione, totalità. stato meditativo in cui è presente solo l’oggetto di meditazione. Ottavo e ultimo membro degli Yoga-sūtra di Patañjali (I, 20; I, 41- 51; II, 2, 29, 45; III, 3, 11, 37; IV, 1, 29)
saṁskāra (m): formazione mentale, traccia subliminale, impulso innato, predisposizione latente. Attività abituali della mente, abitudine, condizionamento. Cerimonia purificatoria
vairāgya (n): assenza di brama, distacco , rinuncia. Distacco da ogni frutto dell’azione (karma-phala-virāga)
yama (m): controllo, astensione, moderazione, contenimento. Disciplina riguardante il comportamento nei confronti degli altri e del mondo. Primo membro degli Yoga-sūtra di Patañjali (II, 29-30; II, 35-39), rappresenta, insieme a nyama, le regole etiche dello yoga, comprende: ahimsā (non violenza, rispetto per la vita), satya (non mentire, veridicità, autenticità), asteya (onestà), brahmacarya (castità, continenza), aparigraha (non possessività, sobrietà)

Cosa intendiamo con la parola consapevolezza? Intendiamo la pura attenzione silenziosa e non giudicante presente nel momento presente. E contemplare il corpo e la mente vuol dire osservare con questa attenzione le sensazioni fisiche, l’avvicendarsi di attrazione e repulsione nella nostra mente, il succedersi di emozioni e stati d’animo; vuol dire osservare i pensieri e le immagini che accompagnano gli stati d’animo.

Corrado Pensa da Il Silenzio tra Due Onde