Le mudrā, ovvero i «sigilli energetici», sono una serie di tecniche che mirano a convogliare e sigillare il soffio vitale, o prāṇa, all’interno del corpo, favorendone l’avvicinamento e la penetrazione nel canale centrale (suṣumnā-nāḍī), e impedendone la dispersione verso l’esterno.
Krishamacharya in mahāmudrā
Nel quinto capitolo dello Yogamakaranda, «Il nettare dello yoga», Krishnamacharya elenca venti mudrā tratte dalla tradizione dell’Haṭha-yoga, e ne raccomanda l’esecuzione al fine di favorire la corretta circolazione dei dieci soffi vitali nel corpo.
Secondo il Viniyoga, le mudrā più importanti sono cinque: i tre bandha principali, o «legature», viparīta-karaṇī-mudrā, il «sigillo dell’azione invertita» e la mahāmudrā, o il «grande sigillo».
I tre bandha principali sono il jālandhara-bandha (la chiusura al livello della gola), l’uḍḍiyāna bandha (la legatura addominale) e il mūla-bandha (la contrazione del pavimento pelvico).
L’esecuzione dei tre bandha avviene durante l’esecuzione degli āsana (secondo modalità che dipendono dal grado di preparazione dell’allievo, dalla tipologia di pratica e da ovvie ragioni di cautela), ma soprattutto durante il prāṇāyāma.
Tutte queste tecniche contribuiscono in vario modo al controllo e all’accentramento del prāṇa, ed hanno un effetto importante sulla salute e la vitalità.
Krishnamacharya in ṣaṇmukhi-mudrā (o yoni-mudrā)