Nella tradizione del Viniyoga di Krishnamacharya e Desikachar – uno yoga basato su un approccio dolce, graduale, e rispettoso della persona – il termine svatantra indica la qualità dell’allievo che ha raggiunto l’autonomia dopo avere appreso le tecniche dello yoga.
Scopo di questo seminario è gettare le prime basi per una pratica autonoma di yoga e di meditazione, esplorando una serie di pratiche, semplici ma efficaci, di āsana (posture), prāṇāyāma (esercizi respiratori) e dhyāna (meditazione).
L'incontro si inserisce nel contesto del corso “Sva Tantra Adhyayana” (L'apprendimento dell'autonomia), una serie di incontri condotti da Gianfranco Del Moro e Marco Passavanti.
Perché Sva Tantra Adhyayana?
Riteniamo che la pratica (yoga e meditazione) costituisca il fattore che per eccellenza contribuisce a migliorarci. Pensiamo che non sia sufficiente limitarsi a praticare una volta ogni tanto o una volta a settimana, da qui l’esigenza a rendere minimamente autonomi gli allievi affinché possano garantirsi una pratica frequente.
Seminario formativo
Ripensare gli Yogasūtra di Patañjali
con Federico Squarcini
Gennaio – Maggio 2017
Roma
Ai nostri giorni gli Yogasūtra di Patañjali sono al centro di un fenomeno di portata mondiale. Numerose scuole e tradizioni di yoga vedono in quest’opera il loro fondamento e la loro principale fonte di ispirazione. In soli 195 aforismi Patañjali ha raccolto e rivisitato secoli di tradizioni speculative e ascetiche precedenti, con lo scopo di proporre un suo peculiare itinerario metodico. Tuttavia la concisione del testo e il genere criptico del sūtra non ne rende agile la comprensione.
SVA TANTRA ADHYANANA (L'apprendimento dell'autonomia)
Treviso 2016-2017
Gianfranco Del Moro e Marco Passavanti
Perché Sva Tantra Adhyayana? Perché durante il corso si forniscono gli elementi di base per cominciare a praticare in autonomia. Riteniamo che la pratica (yoga e meditazione) costituisca il fattore che per eccellenza contribuisce a migliorarci. Quindi, pensiamo che non sia sufficiente limitarsi a praticare una volta ogni tanto o una volta a settimana, da qui l’esigenza a rendere minimamente autonomi gli allievi affinché possano garantirsi una pratica frequente.
Cosa intendiamo con la parola consapevolezza? Intendiamo la pura attenzione silenziosa e non giudicante presente nel momento presente. E contemplare il corpo e la mente vuol dire osservare con questa attenzione le sensazioni fisiche, l’avvicendarsi di attrazione e repulsione nella nostra mente, il succedersi di emozioni e stati d’animo; vuol dire osservare i pensieri e le immagini che accompagnano gli stati d’animo.
Corrado Pensa da Il Silenzio tra Due Onde